RASSEGNA STAMPA

LA REPUBBLICA - In centro nessuno pensa a una serrata preventiva

Genova, 15 novembre 2007

In centro nessuno pensa a una serrata preventiva. "Ma staremo in guardia"
I commercianti non si arrendono "Rimaniamo aperti, poi si vedrà"

RAFFAELLA GRIGGI

A guardare le facce dei commercianti di via Venti Settembre si riesce quasi a capire le ore di insonnia che passeranno venerdì notte. Perché sabato, a Genova, ormai lo sanno tutti, arrivano i no global, e la cosa, considerando anche l´ultimo episodio di cronaca, il tifoso della Lazio ucciso all´autogrill di Arezzo da un colpo partito dalla pistola di un poliziotto, mette più di una semplice apprensione. Il clima non è dei migliori, magari poi fila tutto liscio, ma alla vigilia è normale avere qualche dubbio. «Noi terremo aperti, almeno al mattino, poi se la situazione degenera... chiudiamo tutto e ci barrichiamo dentro», sbatte le ciglia di continuo una commessa nell´elegante show room di Max Mara.
Dunque, saracinesce su, ma pronte a un rapido cambiamento di programma.
Almeno secondo il tam tam dei negozi nell´ultimo tratto della strada principale della città, che sarà interessata al passaggio dei manifestanti. A complicare ulteriormente la giornata di sabato però c´è anche uno sciopero a livello nazionale dei lavoratori dipendenti del commercio. Una situazione che sulla carta riguarda catene e multi nazionali come H&M, il gruppo svedese con le vetrine sotto i portici, simbolo tra i più in vista della globalizzazione. E dunque, potenzialmente sotto tiro dal corteo, qualora la giornata prendesse una brutta piega.
«Noi vorremmo chiudere, anche perché immaginiamo che non ci sarà molta gente in giro sabato. E in più essendoci qui tanti dipendenti, è possibile che molti aderiscano allo sciopero, e comunque per coloro che non lo faranno resta il problema di raggiungere il centro. Dove posteggiano? La decisione finale resta alla nostra direzione di Milano, noi non ne possiamo nulla», sono le perplessità di una ragazza alla cassa del mega shop.
Le fa eco l´altra catena di abbigliamento giovanile Zara. «Iniziamo aperti, poi si vedrà. Secondo me ci sarà un delirio». Funzionerà così anche da Geox, Pimkie, Diesel e Max and co. Ottimista una giovane che prepara cappuccini in un bar sotti i portici. «Chi viene qui a sfilare avrà pure bisogno di un caffè?». La direttrice della libreria Feltrinelli è cauta, ma decisa. «Se scoppia il caos del G8 come facciamo qui? Ho la responsabilità di chi lavora, non possiamo sprangare tutto mettendo a repentaglio la sicurezza di tutti. Mi piace pensare che non succeda niente. Valuterò il sabato mattina, quanti dipendenti ci saranno, e in base alle notizie di giornata vedremo di fare la cosa giusta. I vertici della casa editrice sono comunque orientati a tenere aperto». Che cosa sia la cosa giusta da fare, sembra saperlo il proprietario della profumeria Charme all´angolo con via venti. «Ma perché certe manifestazioni non le organizzano di domenica? Quando è tutto chiuso e non si rischia nulla?».
«Siamo indecisi, ci aspettavamo una comunicazione da parte del Comune o della Questura, qualcosa insomma che possa tutelarci e farci capire se ci saranno reali pericoli», dicono da Caffè Boasi in cima a via Venti. «Se si chiude si sbaglia, se si apre idem... Insomma ci vorrebbe civiltà da parte di tutti e allora tutti sapremmo la strada da seguire». Da Mc Donald´s l´insospettabile verve di un ragazzo di colore che frigge patatine e una collega al dispenser di Coca Cola: sono unanimi nei pensieri. «Noi siamo per il diritto di manifestare, basta che le cose non degenerino. Non abbiamo colpe se siamo qui. Speriamo non succeda nulla dall´alto non abbiamo avuto ancora nessuna comunicazione ufficiale, perciò resteremo aperti. Vogliono così».